Dott.ssa Viviana Valente
Max Lüscher è stato il primo a pervenire ad una fondazione scientifica della psicologia e della diagnosi attraverso il
colore.
Lüscher era convinto che per descrivere con esattezza la ricchezza emozionale le parole sono limitanti e che i colori invece,
parlando lo stesso linguaggio delle emozioni, ne permettono una comprensione più profonda e possono essere una via
d'accesso anche per le emozioni represse e inconsce che causano problemi emozionali o si manifestano attraverso disturbi psicosomatici.
Il Prof. Lüscher affermava: "Test che cercano di comprendere il carattere inconscio dell'emozionalità con domande, non
sono adatti, poichè danno solo un'opinione soggettiva, controllata consciamente.
Test che cercano di comprendere il carattere inconscio dell'emozionalità con immagini che agiscono emotivamente, non sono adatti,
poichè misurano solo la valutazione soggettiva dell'immagine, ma non il carattere inconscio dell'emozionalità.
Il Test dei colori di Lüscher è l'unico test che esclude opinioni soggettive e valutazioni coscienti. Esso misura
l'emozionalità con reazioni fisiologiche oggettive.
È perciò valido, così come è valido il termometro della febbre, che misura la temperatura fisiologica
oggettivamente ed è indipendente da opinioni e valutazioni soggettive."
La scelta dei colori presenti nelle tavole del Lüscher-Test è frutto di una lunga e accurata sperimentazione che poggia le basi sulla "Psico-Logica" lüscheriana, una teoria che definisce le strutture emotive, spiega il meccanismo di funzionamento della psiche, individua la causa dei disagi psico-fisici.
Max Lüscher, per il suo Test, ha effettuato una ricerca durata 5 anni in cui ha selezionato sperimentalmente, tra 4530 tonalità diverse di colori su diversi materiali (carta, metallo, legno, pellicola, seta, lana), le 23 tonalità che si sono rivelate in grado di misurare in maniera precisa le "categorie" e le strutture emozionali che egli aveva individuato.
Per la scelta delle forme (una tavola del Test contiene 7 forme che testano gli stessi ambiti dei colori ma a livello delle intenzioni razionali) la ricerca statistica e di correlazione con i colori è stata condotta su 685 soggetti normali e 1818 pazienti con disturbi psicosomatici.
Numerose ricerche eseguite usando l'elettroencefalogramma, la pressione arteriosa, il battito del polso, la frequenza respiratoria, analisi del sangue, analisi endocrinologiche, dermatologiche e neurofisiologiche, hanno reso possibile usare la Diagnostica cromatica per misurare e valutare in modo esatto la personalità, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista fisiologico.
L'importanza del lavoro di Lüscher fu subito evidente ai Professori Universitari di psichiatria, psicologia e filosofia
che, durante l'esame di laurea (1949), lo valutarono "summa cum laude" e dichiararono nell'encomio che la diagnostica dei colori
di Max Lüscher "sarebbe entrata nella storia della psicologia".
Il Professor Hans Binder, psichiatra e psicodiagnosta conosciuto a livello internazionale per aver sviluppato il Test di Rorschach, si
espresse sul test dei colori di Lüscher in modo conciso: "Questo è l'uovo di Colombo".
Negli anni hanno dimostrato fiducia nella validità del Test di Lüscher:
La validità del Test di Lüscher è stata ripetutamente confermata da ricerche sviluppate nell'arco di oltre 70 anni in tutto il mondo: dal 1947, anno in cui Max Lüscher, ancora studente, presentò il suo Test dei colori al Congresso internazionale di psicologia a Losanna, il Test ebbe una rapida diffusione dall'Europa all'America, dall'Asia all'Australia.
Le ricerche effettuate comprendono numerose dissertazioni internazionali e tesi, sono per la maggior parte ricerche psichiatriche, internistiche, psicologiche, pedagogiche, etnologiche, criminologiche e sociologiche e hanno portato risultati statistici significativi a dimostrazione della validità scientifica del Test di Lüscher (validità di costrutto, validità concorrente, validità predittiva, validità cross-culturale).
Gli studi hanno coinvolto vasti ambiti applicativi:
dall'ambito scolastico alla criminologia,
dall'ambito dei disturbi psicosomatici all'ambito sportivo,
dai disturbi psicotici a quelli depressivi,
dalle dipendenze da droghe a quella dal gioco d'azzardo,
dai disturbi alimentari a quelli sessuali,
dalle problematiche degli immigrati a quelle dei reduci di guerra,
dalle malattie oncologiche a quelle neurologiche ecc.
Alcuni esempi, tra le centinaia di ricerche selezionate dallo stesso Prof. Lüscher in base alla competenza dei somministratori nell'analisi del Test e alla metodologia utilizzata:
Il Test di Lüscher e la criminologia
Lie N. e Murasasu D. *1 dell'Università di Bergen in Norvegia hanno effettuato studi
longitudinali su un campione totale di 4275 giovani relativamente ai comportamenti antisociali di ragazzi del liceo somministrando
loro il Test di Lüscher e recandosi in questura, dopo diversi anni dalla somministrazione, per verificare chi avesse avuto problemi
con la giustizia.
Le loro ricerche dimostrano la validità predittiva del Test di Lüscher relativamente alla criminalità:
dai risultati del Test di Lüscher, è possibile riconoscere, in maniera significativa da un punto di vista prognostico, già
a partire dai 12 anni d'età, coloro che in età adulta svilupperanno comportamenti delinquenziali.
Il test di Lüscher e le malattie psicosomatiche
Eggert W. *2, medico internista, in base a ricerche compiute su 600 pazienti e durate per tutto
il periodo di un decennio, ha constatato che particolari combinazioni di scelte cromatiche effettuate al Test di Lüscher sono predittive
di un rischio d'infarto cardiaco.
Il test di Lüscher e i disturbi psicotici e ossessivi
Schutt D. *3 dell'Università di Pasadena, Los Angeles, ha eseguito una ricerca analizzando,
secondo le Categorie lüscheriane, le scelte dei colori fatte in campioni di ossessivi e di psicotici.
I risultati hanno dimostrato come gli indicatori del Test di Lüscher risultassero speculari per i due campioni, come evidenziato
dal Cubo di Lüscher, confermando la validità dei costrutti teorici alla base della Diagnostica cromatica.
Il Test di Lüscher e la dipendenza da gioco
Vegliach A., Del Longo N., Tominz R. Ticali S., Lüscher M. *4, hanno realizzato una ricerca
su 65 giocatori d'azzardo patologici (risultati tali ai criteri diagnostici DSM-IV-TR e alla South Oaks Gambling Scale) cui è
stato somministrato il Test di Lüscher durante il ricovero in ospedale psichiatrico.
I test, confrontati con quelli di un gruppo di controllo (che non evidenziava al colloquio di valutazione nessun disturbo di asse 1 e 2
DSM, compreso quello di GAP), valutati con i più moderni criteri di significatività, hanno mostrato come le scelte cromatiche
centrino esattamente la situazione psichica del giocatore d'azzardo in concordanza con quanto già espresso dal Manuale diagnostico
e statistico dei disturbi mentali.
Il test di Lüscher e lo sport
Ortiz P. e Schulz M. *5 per una tesi di specializzazione in Psicologia presso l'Università
delle Isole Baleari hanno effettuato uno studio sulle scelte cromatiche di tennisti tra i 13 e i 16 anni d'età rilevando la
presenza di un profilo ricorrente.
Il test di Lüscher e il Test di Rorschach
Anderson H. e Olofsson K. *6 tramite una ricerca svolta in una clinica psichiatrica per
bambini di Lidköping, in Svezia, hanno verificato, su un campione di 66 fra bambini e bambine, una correlazione fra la scelta del colore
fucsia nel Test di Lüscher e le risposte colore nel Test di Rorschach.
Il test di Lüscher, il Test dell'albero di Koch, etnie e culture
Kessler A. *7, attraverso un campione di 10313 scolari provenienti da diversi continenti
(Africa, Asia, Europa e Americhe), i cui protocolli sono stati elaborati dall'Istituto di pedagogia terapeutica dell'Università di
Friburgo in Svizzera, ha esaminato e dimostrato la correlazione fra il Test dell'albero di Koch e il Test di Lüscher e ha potuto verificare
le variabili etniche e culturali.
Nel 2014 il Prof. Lüscher ha indetto per la prima volta un premio di ricerca (che viene assegnato ancora oggi, dopo la sua
scomparsa) la cui cerimonia di premiazione avviene durante la "settimana medica di Baden-Baden", un congresso medico in Germania dove da
15 anni si svolge annualmente una conferenza sul Test di Lüscher.
In questo modo si vuole sostenere uno sviluppo sempre più importante di una ricerca scientifica seria sulla diagnostica
cromatica di Lüscher, una ricerca che utilizzi il Test nella sua versione originale e completa e venga condotta da professionisti
adeguatamente formati e qualificati nell'uso del Test.
Note
*1
LIE N.,MURASASU D., Prediction of criminality with the Lüscher Color Test; Is the Lüscher Color Test a possible instrument?,
Journal of Preventive Medicine ‚ Vol.4 nr.1/1996, pp.47 -51
LIE N.,HAEGGERNES A., Precriminal personality traits: A 20-year follow-up of boys and girls, who became lawbreakers. Buletin de
Psichiatrie Integrativa, 3, 1997:pp59-68
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*2
EGGERT W., Eine neue Methode zur Objektivierung der vegetativen Störungen, Riv. Medizinische Welt 1965, N.3, 155
EGGERT W., Wirkungsnachweis zentraler Regulatoren bei vegetativen Funktionstörungen mit Hilfe des Lüscher-Tests, Riv.
Medizinische Welt, 1967, N.65
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*3
SCHUTT D., Analysis of Lüscher 's prediction of color preference. Type of factors resulting from normal respondent data, 1994,
1544 Catalina Ave, Pasadena CA 91104-2406 USA
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*4
VEGLIACH A., DEL LONGO N., TOMINZ R. , TICALI S., LüSCHER M. Il Test di Lüscher in un campione di giocatori d'azzardo patologici;
Rivista di Psichiatria, vol.43, n. 5, 2008, pp 300-307, Il Pensiero Scientifico Editore
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*5
ORTIZ P., SCHULZ M., Perfil del Tenista entre 13 y 16 Años, a través del Test de Lüscher Y el EPQ, Tesi del Corso di
Especializaciòn Universitario en Psicologìa del Deporte de la Universidad Diego Portales, Università De Les Illes
Balears y Fundaciòn Asciende, 2005
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*6
ANDERSON H, OLOFSSON K. Die Prüfung der Vorrangstellung von Violett (Lüscher-Test in Bezug auf Rorschach-Test), Bericht
Nr. 5 der Kinderpsychiatrischen Klinik, Lidköping, Schweden
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*7
KESSLER A., Erfahrungen über Kollektivuntersuchungen mit dem Baumtest von Koch und dem Lüscher-Test, Orientamenti Pedagogici,
N.2, 1968,pp 333-338, Societas Marianisti
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*Campi obbligatori